Altomonte

Sindaco – Gianpietro Carlo Coppola

INFORMAZIONI TURISTICHE:

COMUNE DI ALTOMONTE
Provincia di Cosenza
Altitudine – 496 m. sul l.m.
Superficie territoriale: 65,32 Kmq 
Abitanti  4696

COME ARRIVARE
in Auto - Autostrada A3 Salerno Reggio C. svincolo di Altomonte a Km. 9
In Treno - Stazione FS di Spezzano A. (Km. 18); S. Marco A. (Km. 20); Sibari (Km. 32)
In Autobus - Linee Private: La Valle – Simet – Sai ( arrivo svincolo Altomonte Castrovillari).
In Aereo – aeroporti: di Lamezia Terme (Km. 130);  Reggio C. (km. 300);

NUMERI UTILI
Municipio – tel. 0981-948041  - fax 0981-948261
Ufficio Turismo -  Piazza S. Francesco tel. 0981-948804 -  fax 0981-948261
Assessorato al Turismo - Piazza S. Francesco 0981-948804 e-mail  ufficioturismo@tiscali.it
Punto Informazioni Turistiche – Piazza Matteotti
Vigili Urbani - Via Sangineto – tel. 0981- 948407
Carabinieri – Via A. Moro – tel.0981-94 4873
Farmacia  Via S. d’Aquisto - tel. 0981-948822 
Parafarmacia C.da Casello - tel. 0981.946595
Guardia Medica – Vbia C. Luigi Giacobini – tel. 0981-948070
Banca Carime – Via A. Moro – tel. 0981-944869
Poste Italiane -  tel. 0981-948049
INAP (Ist. Naz. Assaggiatori di Pane) - Piazza Castello – Direttore Dott. Cricrì  cell. 328-2779122

CENNI STORICI:
 Altomonte è un incantevole centro medioevale incastonato nel cuore della provincia cosentina; fa parte del Club dei Borghi più Belli d’Italia, dell’Associazione Città del Pane, nel 2008 ha ottenuto il riconoscimento della Bandiera Verde - CIA e nel 2009 Città Slow.
 I sec. d. C. , resti di una villa romana testimoniano la presenza di un abitato verso il fiume Esaro, menzionato con il nome di Balbia (voce fenicia derivante da Baal, che significa “signore” e “divinità”)da Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis. 
IX-X sec. , l’insediamento viene spostato più in alto per sfuggire alle incursioni dei Saraceni. 
1052, prime notizie di un’espansione dell’abitato in epoca normanna, conseguente alla costruzione di nuovi edifici civili e religiosi (chiesa di S. Maria de’ Franchis, prima di diventare chiesa della Consolazione; castello e torre detta dei Pallotta). Nel 1065, il borgo è indicato in un documento con il nome di Brahalla,( forse dall’arabo “benedizione di Dio) che muta nel 1337 in Altoflumen , poi tra il 1343 e 1345, assume definitivamente quello di Altomonte per volere della Regina Giovanna I.  
1343-45, il conte Filippo Sangineto, cavaliere di re Roberto d’Angiò, dà inizio allo sviluppo di Altomonte edificando la Chiesa della Consolazione, che arricchisce di opere d’arte dei maestri toscani. 
1381, con l’estinzione della linea maschile del casato dei Sangineto, diventano nuovi feudatari i Sanseverino, imparentati con i Ruffo di Sicilia. La famiglia Sanseverino favorisce l’arrivo dei Domenicani e continua il mecenatismo dei precedenti signori, mantenendo il possesso del feudo sino agli inizi dell’Ottocento. 
1588, il filosofo Tommaso Campanella soggiorna nel cenobio domenicano, protagonista della Riforma in Calabria.

EDIFICI DI PREGIO (CHIESE, PALAZZI, MONASTERI…..)

Chiesa di Santa Maria della Consolazione 
E' uno degli esempi più interessanti di architettura angioina della regione. Fu costruita nel 1336 circa, per volere di Filippo Sangineto, primo conte di Altomonte, su un precedente edificio normanno dedicato a Santa Maria de' Franchis. 
Ulteriori ampliamenti furono realizzati nei primi decenni del XV secolo dai Sanseverino, subentrati ai Sangineto nel possesso della contea. Nel 1443 passò ai Domenicani, che vi fondarono un monastero. 
La nuova costruzione, a croce latina con navata unica conclusa da due cappelle laterali, ampiamente rimaneggiate in epoca barocca, e abside rettilinea, rispecchia lo schema delle costruzioni angioine napoletane. Presenta un ampio transetto coperto da volte a crociera su cui si giustappone, in uno dei più singolari accostamenti tra i due modi di copertura, la "navata a tetto". 
La facciata, affiancata da una massiccia torre campanaria, mostra alcuni elementi di chiara derivazione francese, come il rosone e la presenza nel portale di un architrave rettilineo e di un motivo vegetale che corre nella strombatura dell'arco che lo inquadra.