San Vincenzo

Referenti Cittaslow

Alessandro Bandini Sindaco 
 

Roberta Genghi -  Ufficio Turismo

 

San Vincenzo, in Provincia di Livorno, Toscana, è la località turistica più attrezzata della "Costa degli Etruschi". Il suo litorale di sabbia chiara e finissima, si estende per chilometri ed è orlato da macchia mediterranea e rigogliose pinete. Ottiene dalla FEE il riconoscimento della Bandiera Blu continuativamente dal 2006 ed il Comune ha ottenuto la Certificazione Iso 14001 e la Registrazione Emas. Il Parco Naturale di Rimigliano consente escursioni in una natura intatta e protetta.

Dotato di un ottimo approdo turistico - in corso di ampliamento - è di fronte all'Isola di Capraia e vicinissima all'Isola d'Elba. Si raggiunge con l'auto e con il treno (attraverso la superstrada n. 1 Aurelia e la linea FF.SS. Torino-Roma). L'aeroporto internazionale di Pisa è a 60 Km. A poca distanza da Populonia, zona archeologica etrusca, sono a portata di mano antichi borghi e città come Suvereto, Campiglia M., Bolgheri, Castagneto Carducci, Volterra, San Gimignano, Siena, Pisa e Firenze.

Ottimamente organizzata per lo sport e il tempo libero, con ricche dotazioni di impianti pubblici e privati e di una rete del commercio e per la ristorazione davvero interessante. Stimma la rete di bar e ristorazione. In loco e nelle realtà circostanti la produzione di vino delle D.O.C. "Val di Cornia" e "Bolgheri" e di olio di oliva extravergine della migliore tradizione Toscana. In maggio la tradizionale rassegna enogastronomica dedicata al pesce azzurro, "La Palamita e San Vincenzo". 

Storia
San Vincenzo, situato dove le Colline Metallifere arrivano sin quasi sul mare formando una strettoia che mette in comunicazione la pianura del fiume Cecina con quella del fiume Cornia, fu abitato fin da età antichissima e il primo nome conosciuto è quello di Torre di San Vincenzo, derivato dalla torre costiera attualmente “inglobata” nella casa di proprietà dei signori Galoppini. La strada prospiciente si chiama ancora via della Torre.

Questa torre fa parte di una serie di fortificazioni costiere e vedette di avvistamento disseminate lungo la costa per la difesa della spiaggia e dei centri abitati dell’interno dagli attacchi dei pirati.
Le prime tracce di presenza umana risalgono al periodo paleolitico superiore ed il luogo continuò ad essere popolato fino all'entrata in epoca storica.

Agli Etruschi non sfuggì certamente l'importanza della strettoia di San Vincenzo con le due valli laterali che incidono la collina creando agevoli approdi con la possibilità di risalire verso l'interno.
Il luogo fu intensamente popolato sia per la vicinanza a Populonia, all'epoca potentissima Lucumonia, sia per la presenza di minerali, di estese foreste e quindi di fonderie che ne fecero sicuramente una zona industriale.

Fra il IX e il V secolo a.c. venne esercitata una attività mineraria alla quale era legata una industria siderurgica ed un commercio di esportazione che costituirono fonte notevole di ricchezza. I Romani, conquistata la zona, fecero passare da San Vincenzo la via Aurelia e con tutta probabilità vi costruirono un villaggio ed un approdo.

Insediatisi i Longobardi in Italia, a seguito delle invasioni barbariche, venne costruito sulla collina dominante il mare il Castello di Biserno (nelle attuali cave Solvay di San Carlo), che, con l'avvento degli Imperatori Germanici passò, unitamente alla Torre costiera, in possesso dei Conti della Gherardesca.

Nel 1304 la Repubblica di Pisa distrusse il Castello e costruì la Torre costiera, dando vita alla nuova comunità di San Vincenzo, realizzandovi anche una dogana e un pontile di carico.  Accanto alla Torre si formò il primo nucleo abitato, composto da casupole di pescatori e contadini.
Con la caduta di Pisa la comunità "passò" nel 1406 sotto il dominio fiorentino e fece parte del territorio di Campiglia.

Il 17 Agosto 1505 alla Torre di San Vincenzo le milizie fiorentine sconfissero Bartolomeo D'Alviano, comandante di un esercito di ventura, che accorreva in aiuto dei ribelli pisani. Dopo questo fatto la Comunità di San Vincenzo seguirà le sorti del Granducato di Toscana fino all'Unità d'Italia. L’attuale chiesa di San Vincenzo Ferreri fu benedetta il 24 dicembre 1865, come cappellania di Campiglia. Nel 1900 fu istituito un Vicariato autonomo e nel 1948 fu costituita Parrocchia. Prima dell’attuale chiesa funzionava una chiesetta, ora scomparsa, costruita vicino alla famosa torre.

San Vincenzo è divenuto Comune autonomo a partire dal 1949, distaccandosi da quello di Campiglia Marittima, con decreto del Presidente della Repubblica n. 414 del 3 giugno 1949.

Economia
San Vincenzo ha nel turismo l’asse portante delle proprie attività economiche. In termini quantitativi ha il massimo della capacità ricettiva alberghiera e residenziale della “Costa degli Etruschi”, con buoni standard qualitativi. Il terziario è caratterizzato dalla presenza di oltre duecento esercizi per la vendita al dettaglio e un centinaio di pubblici esercizi che insieme alle strutture ricettive, alle agenzie di viaggi, quelle immobiliari, assicurative e all’artigianato di servizio, costituiscono una rete di piccola impresa di notevoli dimensioni in rapporto al numero delle persone residenti, in quanto evidentemente dimensionata sui flussi e le presenze turistiche.

L’industria è presente sul territorio comunale con l’insediamento Solvay a San Carlo e risente sempre meno degli effetti occupazionali che garantivano un tempo l’industria belga e il polo meccanico siderurgico di Piombino, investito in questo periodo da una ulteriore e dura crisi produttiva per il calo della domanda di acciaio, che è comunque ancora un riferimento significativo nell’economia della Val di Cornia.

L’agricoltura registra una fase di vitalità che pur  scontando gli oggettivi limiti di un territorio notevolmente antropizzato e di dimensioni ridotte, trova stimoli interessanti nella riqualificazione e in alcune produzioni tipiche di qualità. In particolare, si è consolidata l’iniziativa nelle produzioni  di olio extravergine di oliva e di vino a denominazione di origine controllata e con l’esercizio dell’agriturismo che ha raggiunto il n. di 11 aziende.  I lavori del nuovo Porto turistico, un’opera di notevole entità per l’investimento finanziario e per le conseguenze sull’assetto urbano e infrastrutturale, con effetti diretti e indotti sull’economia locale, si avviano alla fase finale.

Presidi Slow Food 
Palamita del mare di Toscana
Il pesce azzurro a San Vincenzo è un elemento naturale, fa parte della storia di una comunità che sulla pesca ha sempre fondato la propria vita.
Adesso, intorno alla tradizione del pesce azzurro e ai nuovi valori di una buona alimentazione, di una gastronomia di livello e della riscoperta delle proprie radici, San Vincenzo ha deciso di riappropriarsi di una storia che gli è sempre appartenuta: quella del mare, del pesce, della pesca. Lo ha fatto cercando le vecchie ricette di pesce azzurro: alici, sardine, tonnetti e palamite, inventandosi occasioni per imparare ad apprezzare il pesce ‘povero’.

Così è nata la celebrazione della Palamita, un evento, che a maggio vede coinvolti i produttori agricoli che fanno riferimento alle tre D.O.C. della Provincia di Livorno (Bolgheri, Terratico di Bibbona, Val di Cornia), i produttori di olio extravergine di oliva, pescatori e pesciaioli. E ristoratori, naturalmente.

Che la storia del pesce azzurro si perda nei secoli emerge da documenti antichi: già nel ‘300 si parla della fiorente attività della pesca a San Vincenzo. Nel ‘700 e nei primi anni dell'800 alcune famiglie di pescatori liguri si fermeranno stabilmente, impostando una attività imprenditoriale, che diverrà per molti anni l’attività di sostentamento principale del piccolo borgo marinaro.

Intanto la lavorazione delle alici era diventata il fiore all’occhiello di San Vincenzo, tanto che il conte Serristori, nell’800, fu protagonista di un proverbiale andirivieni tra Pisa e la costa – con viaggi in carrozza di notte e di giorno – pur di assicurarsi un barile delle prelibate acciughe sotto sale.   La produzione artigianale della Palamita e la sua filiera ha ottenuto il riconoscimento del Presidio Slow Food  “Palamita del mare di Toscana” ed esistono altre produzioni locali con il marchio “Palamita di San Vincenzo”.

Info sul Presidio – Condotta Slow Food Costa degli Etruschi – Stefano Ferrari 3289592915  stefano.ferrari34@tiscali.it

Progetti realizzati
Promozione del Presidio Palamita del mare di Toscana
Incremento piste ciclabili
Parco naturale costiero di Rimigliano
Certificazione Iso 14001 e Registrazione Emas
Mercatini prodotti tipici come “Donne in campo”
Adesione a campagne per risparmio energetico

Principali manifestazioni
La Palamita e San Vincenzo – maggio (manifestazione enogastronomica)
Carnevale del Mare – febbraio
FestaEstate – luglio e agosto (manifestazioni culturali e concerti)

Fiere e Mercati
Mercato settimanale del sabato

Prodotti tipici
Vino Doc Val di Cornia - Olio extravergine di oliva – Palamita

Ricette tradizionali
PALAMITA ALL'OLIO D'OLIVA
Ingredienti: una palamita media, acqua, sale, olio, pepe nero in chicchi.

Pulire la palamita e farla bollire, usando 80 gr di sale per ogni litro d'acqua, prolungando la bollitura per circa mezz'ora. Tirare fuori il pesce dall'acqua, spellarlo, tirare via il sanguiccio, le spine e tutte quelle parti scure. Far raffreddare i filetti e quindi metterli nell'olio d'oliva, aggiungendo qualche grano di pepe nero. Si possono consumare i filetti con fagioli cannellini e cipollotto fresco.